Questa mail me l'ha mandata la annina (come allegato) .. lo ha fatto apposta xchè sa della mia "crisi" circa i capelli... ma ha detto che il paisy è affascinante lo stesso ;) ihihih :p
beccatevi l'allegato
LUCIANA LITTIZZETTO
IL GRANDE AUTUNNO DEL BULBO PILIFERO
(DAL LIBRO ”RIVERGINATION”)
Oggicomeoggi (tutto attaccato, come lo dice mia suocera!), si sta diffondendo a macchia d’olio tra la popolazione maschia la moda della testa rasata. Della capoccia levigata. Qualche anno fa i pelati si contavano sulle dita di una mano di Topolino. Saranno stati quattro al massimo: Yul Brynner, Kojak, Curzi e Taddeo, il personaggio dei fumetti con la testa a forma di lampadina. Da qualche anno, invece, la tendenza al rasaggio ha preso piede ed è diventata la panacea assoluta al tremendo mal del maschio: la caduta del capello. Problema, almeno quello, squisitamente maschile. Alle donne i capelli non cadono di botto. Le donne se li strappano con tutta calma con la spazzola, se li bruciano con la permanente, se li sfibrano con le tinture, oppure se li staccano direttamente dalla testa appendendoci delle estenscion lunghe e pesanti come delle liane. Gli uomini no! Loro vivono sereni con la testolina ingombra di pelo fino ai vent’anni e poi paf…la scoppola del destino che dal rinculo gli fa cadere i capelli di colpo. E comincia così il grande autunno del bulbo pilifero. Ormai la maggior parte dei nostri feroci saladini vive la giovinezza nell’incubo di restare calva. Incubo che, ve lo dico io, mettetevi il cuore in pace, nel novantanove per cento dei casi si avvera. Si potrebbe a questo punto pensare che il mondo dei maschi si divida in due categorie: i calvi ed i Cocciante. I Galliani e i Branduardi. I Napi Orsi Capi e i Mister Magoo. Invece non è così. Tra i pelati e i non pelati fa capolino una terza categoria: gli spelati. Gli spelacchiati. Quelli che sono nella fase di passaggio. En train de. Che vivono la lacerante perdita e hanno in testa il manto rado dei gatti randagi. Io è a questi che voglio parlare. Alle vittime del disboscamento. A quelli che non hanno più delle righe ma dei sentieri. Peggio. Delle strade maestre del non ritorno. E sulla cima del capino delle piazzole d’emergenza. Delle chieriche imperiali. Quelli a cui i capelli si ritirano, come risucchiati dalla marea, scoprendo fronti, tempie,e cocce levigate. Buoni omini, rassegnatevi. La fine è imminente. Non buttate il capello in avanti, ad alga di ruscello sospinta dalla corrente per coprire la radura. Non riportatevelo a tortiglione sulla capoccia che alla prima bava di vento si impenna come la cresta di un gallo cedrone. E soprattutto lasciate perdere le lozioni. Amico, rifletti: secondo te, se ci fosse in commercio un prodotto che fa crescere i capelli, Berlusconi si sarebbe fatto il trapianto? No, sublime pirla che sei, li avrebbe lunghi fino alle caviglie, lunghissimi come quelli di Raperonzolo. E allora tesoroni siate lucidi e obbiettivi. Troppi capelli desaparecido? Le perdite pilifere si fanno così ingenti da sfiorare la catastrofe naturale? La vostra è una tragedia senza scampo. Non state lì a bamblinare. Rasatevi e chiuso il dibattito. Andate sereni per il mondo e siate felici. Avete difetti ben peggiori della calvizie. Ve lo dico col cuore. A noi donne non importa che l’uomo abbia o meno una cotenna di porco sulla testa. Guarda il commissario Montalbano che bel ragazzo. Peccato che sia pelato.
in canna
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